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CINA di Graziano Perotti

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Mostra fotografica di Graziano Perotti

Fra una Cina e l'altra

Fin dai suoi esordi la fotografia si è interessata alla Cina mescolando interesse storico e antropologico: inviato per documentare la seconda guerra dell'oppio conclusasi nel 1860, Felice Beato fu fra i primi a indagare sulla realtà di un paese ai più sconosciuto realizzando anche bellissime immagini delle più imponenti architetture. Anche il gesuita italiano Leone Nani fotografò la Cina nei dieci anni del suo soggiorno che si concluse nel 1914 dedicando una particolare attenzione al ritratto e alla realtà sociale. Il più bello e completo reportage sulla Cina del passato fu però quello realizzato da Henri Cartier-Bresson che vi rimase per molti mesi nel 1949 documentando la sconfitta del Kuomingtang e la vittoria di Mao Tzedong in un lavoro che fu pubblicato nel 1954 in un bellissimo libro, ''D'un Chine à l'autre'', impreziosito dalla prefazione di Jean Paul Sartre. Per molti anni, anche per intuibili ragioni politiche, i servizi fotografici non sono stati molti e per lo più rispondevano alla curiosità di un pubblico che di quel paese non sapeva molto. Tutto è cambiato negli ultimi tempi con una Cina non più chiusa allo sguardo dei sempre più numerosi visitatori ma capace di mostrare i profondi cambiamenti che l'attraversano, sia pure accompagnati da dilanianti contraddizioni. Proprio per queste ragioni, tuttavia, il paese non è facile da fotografare: troppo grande, troppo complicato, troppo affascinante per essere ripreso in modo complessivo, induce molti a soffermarsi con un eccesso di enfasi sulle bellezze naturali, sull'impressionante rapidità con cui sembrano sorgere dal nulla città modernissime, sulla quantità di automobili che hanno rapidamente sostituito sulle strade le biciclette che solo pochi anni fa le attraversavano indisturbate.

Il lavoro realizzato da Graziano Perotti si caratterizza, invece, per la sua originalità: proprio perché abituato dal suo essere essenzialmente un fotografo di viaggio, ha scelto da subito un filo conduttore che gli permettesse di leggere la realtà cinese attraverso immagini simbolo capaci di alludere a più complesse dinamiche. Sa bene - ed è una cosa che dovremmo ricordare tutti ogni giorno - che ogni semplificazione è un ostacolo alla comprensione e che quindi non esiste una sola Cina ma tante, ognuna delle quali rappresenta una sfaccettatura dotata di complesse dinamiche: quella della modernità imposta e quella della tradizione che non si riesce a dimenticare, quella della ricchezza recente e quella della povertà antica, quella del paesaggio modellato dal lavoro dell'uomo e quella dello skyline dei grattacieli.

Perotti si fa guidare dal suo indubbio intuito e si avvicina alla realtà con un'immediatezza di cui ci rende partecipi. In molte immagini sottolinea la persistente realtà tradizionale che si ritrova nei contadini che arano con i bufali, nei giovani che si caricano su biciclette e moto una quantità incredibile di merci creando inedite geometrie, nelle donne che trasportano bilancieri carichi di secchi d'acqua, negli uomini che portano a spalla in grandi ceste le foglie di the da far essiccare sull'aia, nei venditori di strada che si concedono la pausa di una partita di scacchi, nei pescatori che si fanno aiutare nel loro lavoro dai cormorani come secoli fa. Accanto a queste compaiono altre, inedite prospettive con lo straordinario intrecciarsi di vie alla base di una selva di grattacieli, la linea filante di un nuovissimo treno, le vetrine scintillanti di un centro commerciale. Fra questi due mondi, Graziano Perotti inserisce un'ulteriore dimensione che sembra stare in bilico fra il passato e il presente e per farlo ricorre all'arma dell'ironia: i due giovani manager con il telefonino all'orecchio posano davanti a un'insegna intitolata a Marco Polo, una folla vestita all'occidentale osserva felice il tradizionale albero della fortuna dai cui rami pendono le strisce di messaggi augurali, fra le bancarelle di un affollato mercato un dentista ambulante opera all'aria aperta, un gruppo di persone prova all'alba gli antichi gesti del tai in uno spiazzo ricavato fra modernissime costruzioni. Interessato alla realtà che vuole documentare, il fotografo non dimentica mai la dimensione estetica e la sottolinea in alcune immagini di rara bellezza come nelle due uniche fotografie a colori, indispensabili per rendere l'armonia antica del paesaggio cinese.

Roberto Mutti
 
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Dati del viaggio

Fra una Cina e l'altra

Destinazione: Cina

Passaporto turistico

Graziano Perotti

Professione:
Fotografo

contatto email:

 
 
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