Io e Salim in autorisciò
Ultimo scatto ad Udaipur...da qui ha inizio il nostro "peggiore incubo indiano". Sbrigate le formalità con il biglietto, siamo saliti su un bus senza neanche avere il tempo di sistemare i bagagli nel bagagliaio, poco male eravamo i primi e gli unici su quel bus, sporco, polveroso che viaggiava da matto, ma lo spazio non mancava. Peccato che poco dopo si è completamente riempito con una folla di indiani veraci, altro che turisti, noi eravamo gli unici ed avevamo anche i peggiori posti possibili: quelli in ultima fila senza possibilità di inclinare il seggiolino. Non vi dico lo sforzo di Francesco per uscire in controcorrente dal bus a sistemare i bagagli. Poi ho realizzato: come hanno potuto permettere gli albergatori dell'ex Caravanserrai di far salire due poveri turisti "fai da te" su quel "trabiccolo"? Di sicuro questo è stato il peggiore viaggio che io abbia mai affrontato nella mia vita. Bus sporco, strade dissestate (e via assicuro che le buche in ultima fila si sentivano davvero tutte, ma credo che anche quelli delle prime file ne avessero un'idea, tanto "saltavamo" per aria tutti), polvere che entrava dai finestrini, mancanza assoluta delle misure minime di sicurezza (il bus era stracolmo, persone che dormivano sdraiate per terra nei corridoi), mancanza di aree di ristoro (per lo meno come le intendiamo noi con un bagno e un bar in condizioni igieniche decorose). Mi ricordo che ad una sosta ho seguito due donne indiane, madre e figlia, per "coalizzarmi" nella naturale soddisfazione dei bisogni primari. Fra l'altro mi ricordo che sono state entrambe gentilissime e hanno evitato di abbassare completamente il loro seggiolino durante il lungo viaggio evitando di comprimerci troppo.
Arrivati ad Agra eravamo stanchi (io ho dormito solo un'ora o due al massimo), Francesco aveva un mal di collo pauroso (dopo tutte quelle ore seduto nel bus tra salti e buche era davvero il minimo) e soprattutto eravamo "neri" dallo sporco e dalla polvere che attraverso i finestrini era penetrata nel bus...insomma un viaggio da incubo, da dimenticare.