Thailandia - posizioni del Buddha: loro significato

Posizioni del Buddha: loro significato
Esistono quattro posizioni basilari: il Buddha in piedi, il Buddha seduto, il Buddha che cammina e il Buddha sdraiato. Queste posture si associano a posizioni di mani e piedi e creano i comportamenti (mudra) indicanti i temi basilari del Buddhismo.
Thailandia
Posizioni del Buddha: loro significato

L
e immagini del Buddha di tutta la Thailandia seguono generalmente rigidi canoni iconografici ritrovati nei testi di arte buddista risalenti al III sec.. Quasi sempre immutato è il codice che regola la posizione del corpo (asana) e la posizione delle mani (mudra). Esistono quattro posizioni basilari: il Buddha in piedi, il Buddha seduto, il Buddha che cammina e il Buddha sdraiato, di cui le prime tre associate alle attività quotidiane del Buddha (insegnamento, meditazione, offerta di un riparo ai discepoli), mentre la quarta agli ultimi momenti trascorsi sulla terra, quando raggiunse il nirvana. Queste posture si associano a posizioni di mani e piedi e creano i comportamenti (mudra) indicanti i temi basilari del Buddhismo.

Abhaya mudra, il Buddha in piedi con una mano alzata, simboleggia l'offerta di protezione del Buddha ai suoi seguaci e la liberazione dalle paure, ovvero la rassicurazione.
Bhumisparsa, il mudra più diffuso, rappresenta il Buddha in posizione seduta con la mano sinistra appoggiata sul grembo e la mano destra che tocca il suolo. Questa posizione delle mani simboleggia un episodio importante della leggendaria vita del Buddha, quando l'asceta sedeva in meditazione sotto un albero Bodhi a Bodh Gaya in India, e si rifiutava di muoversi per raggiungere l'illuminazione. Mentre Mara, l'equivalente buddhista di Satana, lo tentava con donne e feste, Buddha toccava la terra, chiedendo alla natura di sostenere la propria determinazione e aiutarlo a resistere. Subito dopo raggiunse l'illuminazione.
Dhyana, entrambe le mani sono appoggiate sul grembo e i palmi sono rivolti verso l'alto, con la mano destra sopra la sinistra: simboleggia la meditazione.
Vitarka o dhammachakka, questo mudra rievoca il primo sermone del Buddha, con il pollice e l'indice di una mano (vitarka) o di entrambe le mani (dhammachakka) si uniscono a cerchio mentre le altre dita sono tese verso l'esterno.
Invocazione della pioggia sui campi di riso, Buddha in piedi con braccia tese lungo i fianchi con i palmi appoggiati sulle cosce, mudra non diffuso e caratteristico delle provincie settentrionali.
Bhumisparsa, Buddha che tocca la terra

Religione
In Thailandia prevale il buddismo Theravada, che è religione di stato sotto il patrocinio del re. Il buddismo Theravada è basato sulla filosofia dell'astensione e discende direttamente dagli insegnamenti del Buddha. E' una filosofia agnostica, non ammette cerimonie, rituali e templi. Essa venera solo le reliquie e i luoghi consacrati. Tuttavia la pratica thailandese risente di molte influenze induiste, tantriche, e mahayane, mentre sono altresì diffuse credenze magiche, animistiche e astrologiche.

Molti maschi thai sono ordinati monaci durante l'adolescenza, anche solo per breve tempo, conquistando meriti per se stessi e per le loro famiglie. L'atto della conquista del merito è essenziale per la vita religiosa thailandese perché indica la consapevolezza che le buone azioni portano a buoni risultati, tra cui la felicità in questa vita e in quella futura (una rinascita migliore); accumulare merito è infatti un modo per diventare responsabili del proprio destino (karma). I monaci vivono di elemosina: ogni mattina percorrono le vie di città o villaggi per la questua. Quello che riescono a racimolare deve bastare tutta la giornata a loro e ai loro confratelli. In definitiva ogni thai è moralmente indotto ad avere una vita nel rispetto delle regole, in quanto le buone azioni si tramuteranno in fortuna, mentre quelle cattive spianeranno la strada per l'infelicità.

Storia del Buddha
Buddha nacque principe con il nome di Siddharta Gautama nell'India del VI sec a.C., in una piccola comunità montana ai piedi dell'Himalaya. Egli lasciò gli agi, le ricchezze e le sicurezze in cui viveva, si rasò il capo e peregrinò fino alla valle del Gange. Qui Siddharta mentre era in meditazione all'ombra di un albero di fico raggiunse l'illuminazione.

Per molti anni predicò la sua dottrina di redenzione e salvezza; la sua fama crebbe in tutta l'Asia. Buddha e i suoi seguaci s'imposero di non accumulare mai ricchezze, e per tener fede al voto, come simbolo di povertà indossarono un saio giallo. Siddharta morì nel 483 a.C. a 80 anni. Per suo volere non fu eletto un nuovo capo spirituale, in quanto i suoi discepoli dovevano essere guidati dai suoi insegnamenti.

Da allora il Buddismo si è diffuso in tre direzioni,
- Sri Lanka
- Tibet, Cina, Korea e Giappone
- Indocina e parte dell'Indonesia,
dando origine nel corso dei secoli a varie correnti teologiche.

Secondo l'illuminato per ottenere l'appagamento totale bisogna seguire il sentiero della salvezza, cioè gli insegnamenti del profeta. In sostanza solo con il superamento dei desideri terreni e della conseguente insoddisfazione si arriva al Nirvana, ossia alla beatitudine celeste. Il rito tipico per purificare la mente e allontanare le distrazioni è la meditazione.

 
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