Sultan Ahmet Camii (moschea Blu) - interno
La sensazione che ho provato alla vista dell'interno della bellissima moschea Blu è indescrivibile. Era la prima volta che visitavo una moschea e devo dire che ne sono rimasta affascinata. Prima di tutto dai riti religiosi e dai comportamenti da adottare all'interno della moschea (di tutte le moschee ovviamente).
Non si può entrare con le scarpe ed infatti all'esterno esistono appositi spazi per lasciare le proprie scarpe prima di varcare l'ingresso della moschea, i musulmani addirittura eseguono in appositi spazi fuori dall'edificio il rito di lavaggio dei piedi, inoltre è necessario essere sufficientemente coperti, intendiamoci io indossavo un vestito che, per la mia mentalità occidentale, era sufficiente a garantirmi il lasciapassare per la moschea avendo solo i bracci scoperti, ma questo non è sufficiente per entrare in una moschea. All'ingresso della moschea mi hanno fornito una sorta di scialle per coprire le mie braccia e così, a piedi scalzi sono entrata in moschea. Ripeto, una sensazione bellissima, un elevato senso di spiritualità si avverte visitando la moschea, forse accentuato dai soffitti a cupola altissimi, o dai grandi lucernari di forma circolare che calano bassi sui fedeli, o ancora dall'effetto della luce naturale che penetra dalle numerose finestre (260) investendo le piastrelle in ceramica di Iznik di colore rosso, bianco e nero ma soprattutto verde, turchese e blu, che conferiscono all'ambiente interno un particolare effetto cromatico che ha reso celebre l'edificio. Non ultimo il modo di pregare di inginocchiarsi o di piegarsi durante la preghiera posti sul pavimento a gambe incrociate.