MoMA - Giardino delle sculture: una galleria all'aperto per installazioni di sculture diverse

Foto America del Nord
MoMA. Paul Klee: Mask of Fear, 1932
MoMA. Joan Mirò: Hirondelle Amour, 1933 - 34
MoMA. Joan Miró: Still Life with Old Shoe, 1937
MoMA. Giardino delle sculture: una galleria all'aperto per installazioni di sculture diverse
LA GRANDE MELA. Il MoMA in Midtown Manhattan
NYC - MoMA. Il Giardino delle Sculture è una vera e propria oasi nel cuore della città e parte vitale della vita urbana di Manhattan
MoMA. Uno dei due grandi porticati che modulano la relazione tra l'interno e l'esterno del museo
NYC - MoMA. Black Widow (1959), di Alexander Calder - Giardino delle sculture
NYC - MoMA. Le facciate minimaliste e trasparenti di Taniguchi, che fanno da cornice al Giardino delle Sculture, permettono ai visitatori di percepire il rapporto tra lo spazio interno ed esterno
MoMA. The Abby Aldrich Rockefeller Sculture Garden è un importante riferimento nel design dei giardini urbani: sullo sfondo The River (1938-43), di Aristide Maillol

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MoMA - Giardino delle sculture: una galleria all'aperto per installazioni di sculture diverse
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Giardino delle sculture: una galleria all'aperto per installazioni di sculture diverse
Piante di stagione, specchi d'acqua, letti di edera, e importanti pezzi di scultura moderna ma anche eventi, concerti ed esibizioni speciali, fanno di questa oasi nel centro di Midtown uno spettacolare ambiente per i visitatori appassionati di arte e sculture negli spazi esterni.
Il Giardino delle Sculture è stato creato dall'architetto Philip Johnson che lo ha concepito come una piazza al centro del museo, una sorta di "outdoor room".

Johnson curò l'appezzamento rettangolare del giardino in modo appropriato e confacente all'ambiente urbano. La corte delimitata dal muro è incassata rispetto al livello stradale e circondata da terrazze che confinano con l'edificio del museo. Il reticolo a griglia del pavimento in marmo è diviso dalle due vasche d'acqua. Originariamente le piante sono state scelte dall'architetto paesaggista James Fanning e successivamente da Zion Breen & Richardson Associates. Per una giardino che vuol essere uno spazio in cui contemplare l'arte, la scelta progettuale è di creare l'equivalente spaziale della gallerie interne. Il giardino e le sue sculture si rivelano progressivamente; le installazioni delle opere d'arte non seguono necessariamente un ordine cronologico ma sono distribuite e selezionate in modo da contemplare le singole sculture isolatamente e allo stesso tempo insieme alle altre.

Fin dall'inizio, i lavori esposti all'interno del Giardino delle Sculture sono principalmente sculture figurative che nel tempo hanno inestricabilmente legato la loro immagine al giardino del MoMA. Tra questi capolavori vi è Standing Woman (1932), di Gaston Lachaise, monumentale glorificazione del corpo umano; The Mediterranean (1902-05), di Aristide Maillol, una donna idealizzata in riposo contemplativo, The River (1938-43), di Aristide Maillol, una figura cadente effettivamente installata sopra uno specchio d'acqua. A queste si aggiungono altre sculture figurative in bronzo di Henri Matisse, Henry Moore ed altri artisti moderni.

Da quando The Abby Aldrich Rockefeller Sculture Garden è aperto, la collezione è cresciuta con lavori astratti e figurativi rappresentativi dei radicali cambiamenti, anche tecnici e tecnologici, che ci sono stati nella scultura del XX secolo; tra questi per esempio Black Widow (1959), di Alexander Calder, costruito con pezzi colorati di lamine metalliche imbullonate, Midday (1960), di Anthony Caro, costruito con un insieme di pezzi industriali di metallo giallo e Cubi X (1963), di David Smith, una composizione geometrica di parallelepipedi in acciaio inossidabile lucidato che sembrano suggerire una figura.

Durante la sua storia e ancora oggi, il Giardino delle Sculture ospita innovative esposizioni temporanee, concerti, spettacoli, performance ed eventi, avverando così la visione di Johnson per una piazza in Manhattan.

L'intervento di Yoshio Taniguchi ha ulteriormente rinforzato l'idea del giardino come cuore dell'intero complesso. Pur conservando l'esistente impianto voluto dall'illustre predecessore, Taniguchi ha ampliato il giardino estendendo le terrazze a est e a ovest e inquadrandole in due grandi porticati che modulano la relazione tra l'interno e l'esterno, con un palese riferimento ai tradizionali porticati giapponesi (engawa) coperti da tetto spiovente, che in estate diventano una parte del giardino giapponese.

Tra queste due ali Taniguchi ha ricollocato il ristorante del museo che si apre direttamente sulla terrazza sud del giardino.
Le facciate minimaliste e trasparenti di Taniguchi, che fanno da cornice al giardino, permettono ai visitatori di percepire il rapporto tra lo spazio interno ed esterno e da ogni piano dell'edificio permettono di abbracciare l'orizzonte lontano del panorama della città per rafforzare l'idea che il museo e il suo giardino sono parte di un tutto e in certo senso rappresentano una sorta di microcosmo della città.

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