Uno dei due grandi porticati che modulano la relazione tra l'interno e l'esterno del museo
L'intervento di Yoshio Taniguchi ha ulteriormente rinforzato l'idea del giardino come cuore dell'intero complesso. Pur conservando l'esistente impianto voluto dall'illustre predecessore, Taniguchi ha ampliato il giardino estendendo le terrazze a est e a ovest e inquadrandole in due grandi porticati che modulano la relazione tra l'interno e l'esterno, con un palese riferimento ai tradizionali porticati giapponesi (engawa) coperti da tetto spiovente, che in estate diventano una parte del giardino giapponese. Tra queste due ali Taniguchi ha ricollocato il ristorante del museo che si apre direttamente sulla terrazza sud del giardino.
Le facciate minimaliste e trasparenti di Taniguchi, che fanno da cornice al giardino, permettono ai visitatori di percepire il rapporto tra lo spazio interno ed esterno e da ogni piano dell'edificio.