LADAKH - TERRA BUDDHISTA - Shey - stupa buddhista

Foto India del Nord
LADAKH - HIMALAYA. Shey Gompa - la ripida salita e scalinata per raggiungere il monastero tra sassi e muri in pietra
LADAKH - HIMALAYA. Shey Gompa a soli 15 km da Leh - vista d'insieme dell'imponente monastero dalla strada
LADAKH - HIMALAYA. Shey - nei campi circostanti lo Shey Gompa sono disseminati numerosi stupa
LADAKH - TERRA BUDDHISTA. Shey - stupa buddhista
LADAKH . Il villaggio di Tikse - un gruppo di giovani indiani tra strade polverose, muri a secco e le tradizionali costruzioni con intonaco a calce
LADAKH - HIMALAYA. Verso il Tikse Gompa - i lavori di ampliamento della strada che porta al villaggio di Tikse
LADAKH. Tikse Gompa
LADAKH. Tikse Gompa - la grande ruota della preghiera
TIKSE GOMPA. La sala della preghiera con ampia scalinata vista dal cortile interno: il monastero è stato interamente restaurato
LADAKH. Tikse Gompa - la statua del Buddha nella sala della preghiera: doni e offerte al Buddha

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LADAKH - TERRA BUDDHISTAFoto 24 di 539
LADAKH - TERRA BUDDHISTA - Shey - stupa buddhista
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Shey - stupa buddhista
Il Buddhismo prende il nome da Siddhartha Gautama, detto Buddha, che vuol dire illuminato. Buddha nacque a Lumbini, villaggio situato nello Stato del Madyapradesh (India) a Sud della catena dell'Himalaya verso il 560 a.C. da una famiglia nobile, agiata. Adulto, sposato con un bambino, abbandona la moglie e il figlio, gli agi della casa paterna, per inziare un lungo cammino ascetico, in cerca di una risposta al dramma universale del dolore. "Perché si soffre? La vita degli uomini in questo mondo non ha un limite preciso, nessuno sa quanto potrà vivere. È penosa, breve e colma di sofferenze". L'induismo nel quale era nato non dava risposte convincenti. La credenza nella interminabile serie delle reicarnazioni, il cui scopo era di purificarsi gradualmente fino a non reincarnarsi più e perdersi poi in Bhrahan, non lo soddisfaceva. "Perché esiste il dolore? Perché vivere, morire, rinascere infinite volte?".
Insieme con pochi compagni, si dà al digiuno e ad ogni tipo di mortificazione, fin ad arrivare al punto di morirne. Ma capisce che non è con questa disciplina ferrea che avrà la risposta a questo dramma personale ed universale. Capisce che il dramma del dolore deriva dall'uomo stesso, dalla sua sete di vivere, dall'attaccamento al proprio io, alle realtà materiali, al benessere. "Qual è la via che conduce all'annientamento del dolore? È il completo, totale annientamento, la soppressione, il rinnegamento di questa sete di vivere. Ma qual è, o fratelli, la via che conduce all'annientamento del dolore? È il santo sentiero delle otto norme, cioè: retta conoscenza, retta intenzione, retta parola, retta azione, retta vita, retto sforzo, retto sapere, retto raccoglimento".

L'ignoranza è la causa del desiderio. È il desiderio che è all'origine del dolore e della catena delle rinascite. Per uscire da questo circolo vizioso, il Buddha indica la pratica dei giusti insegnamenti che portano in fondo all'annullamento del proprio io, e all'illuminazione. Solo il monaco è in grado di percorrere questo difficile cammino. Attraverso la sua predicazione molti, specialmente giovani di famiglie ricche, si uniscono a lui.

Egli fonda la comunità dei monaci (Sangha), che è un fatto rivoluzionario, perché con essa praticamente veiene superata e abolita l'istituzione della casta, uno dei capisaldi dell'induismo. L'ammissione alla comunità dei monaci non era condizionata dalle divisioni di casta, perchè la ricerca della pace del cuore non è legata alle condizioni sociali. In seguito furono istituite anche comunità femmili. Basta andare in Myanmar, in Thailandia, in Cambogia per vedere ogni mattina snodarsi una schiera di monaci (piccoli e grandi) e di monache, che, fermandosi davanti alle case dei fedeli, aspettano che venga riempita di riso la ciotola che portano con loro. Ritornano poi al monastero, e impiegano il resto della giornata nello studio delle scritture e nella meditazione. Essi sono tenuti ad accettare la povertà volontaria e la castità celibataria. Non c'è in realtà un'autorità ben definita nel monastero, ma ognuno deve comportarsi secondo le regole stabilite dai dodici anziani (Tera, da cui Buddhismo Teravada).

DIVISIONE DEL BUDDHISMO
Proprio perché non esiste un'autorità centrale, a duecento anni dalla morte di Buddha, si contano 18 scuole che si combattono tra di loro, sostenendo ciascuna di essere veramente l'interprete della dottrina del fondatore. Lentamente queste divergenze si attenuano e, intorno al 600 d.C., si stabiliscono tre grandi correnti ufficiali, chiamate veicoli. Questa parola sta per "via, mezzo di salvezza" e indica uno stile e un modo particolare di affrontare e risolvere il problema che il Buddha ha segnalato.
- HINAYANA (Piccolo veicolo): è così chiamata in tono dispregiativo da coloro i quali la ritengono una dottrina insufficiente. Questa corrente infatti ritiene che solo chi lascia il mondo e, da monaco, conduce una vita ascetica può arrivare all'illuminazione, che porta all'estinzione del ciclo delle rinascite e alla salvezza.
I seguaci di questa via preferiscono chiamarsi Theravidin (seguaci degli Anziani). Risale alle più antiche tradizioni ed esclude come pericolosi e inutili i riti, le devozioni, i simboli e sentimenti religiosi. È diffuso oggi nello Sri- Lanka e nell'Asia meridionale (Birmania, Thailandia, Laos e Cambogia).
- MAHAYANA (Grande Veicolo): questa corrente è diffusa in Vietnam, Cina, Giappone. In questo tipo di Buddhismo è consentita la possibilità di riflessioni filosofiche e mistiche. Dà spazio a pratiche devozionali rivolte a Buddha e ad altri illuminati, come modelli da imitare e beati da invocare. È chiamata Grande Veicolo perché permette l'accesso alla salvezza ad un gran numero di persone, e non solo ai monaci. I laici si salveranno, conducendo una vita secolare, praticando tre virtù: la fede verso il Buddha, il Dharma (la legge) e il Sangha (la comunità); la morale, vivendo la purezza della vita, e il Shangha, provvedendo al sostentamento dei monaci e alla costruzione e manutenzione delle pagode.
- VAJRAYANA (Veicolo del Diamante): è la corrente meno diffusa che più si stacca dalle origini, insistendo proprio su quei punti che Buddha aveva maggiormente criticato, quali il ritualismo, la mistica e la magia. Si afferma verso il IV secolo d.C. prevalentemente in Mongolia e Tibet, dove è conosciuto anche come Lamaismo, in quanto riconosce l'autorità politico-religiosa del Dalai Lama.

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