Nell'intricato dedalo di viuzze della città vecchia osserviamo l'artigianato della ceramica e dei vasi caratteristici del Rajasthan
Udaipur vanta un ricco patrimonio culturale come centro di arti espressive, pittura e artigianato. Percorrendo le viuzze della città vecchia si incontrano molti laboratori artigiani. I vasi di Udaipur sono unici, semplici ma davvero belli. Abbiamo chiesto a Salim di accompagnarci ad acquistare i bei vasi in terracotta che da giorni mi incuriosivano. Avremmo voluto comprare un bel vaso, ma Salim (il nostro amico indiano) ci ha sconsigliati perchè davvero molto fragili (infatti ci è capitato spesso di vedere resti di vasi spaccati in disparte o tra i rifiuti); ciò è dovuto al fatto che gran parte dei lavori artigianali prodotti sono cotti a temperature basse. Gli indiani usano brocche e vasi, lisci e rotondi, per contenere l'acqua che all'interno della ceramica rimane fresca anche d'estate (davvero utile in un paese in cui molte famiglie non possono permettersi l'acquisto di un frigorifero); il collo stretto dei vasi impedisce all'acqua di uscire quando le donne portano le brocche in testa dal pozzo a casa.
L'arte della ceramica è strettamente legata alla mitologia: si narra che i primi esseri umani siano stati plasmati da Brahma nell'argilla ed è per questo che i vasai vengono chiamati prajapati, uno degli appellativi di Brahma. Si narra inoltre che quando Shiva voleva sposare Parvati, mancasse loro la brocca per contenere gli ingredienti di lieto auspicio (acqua e riso) per la cerimonia. E così Shiva creò un uomo e una donna e l'uomo creò la brocca e insieme alla donna diede inizio a una stirpe di vasai. Da qui l'appellativo dei vasai, kumbhar, un nome che condividono con la brocca dell'acqua, kumbh. Solo gli uomini possono lavorare alla ruota per la creazione di vasi e vasellame in ceramica, mentre alle donne è consentito di decorare il vaso dopo che è stato forgiato.