I percorsi di distribuzione dell'ala sud sono disposti su due livelli all'interno di un doppio volume in cui la luce è protagonista
Le montagne di Shingaraki, a una trentina di chilometri da Kyoto, nascondono una delle architetture più starordinarie degli ultimi decenni: il Miho Museum, mille metri quadrati scavati per lo più nella roccia e destinati all'esposizione di una delle più antiche e ricche collezioni di oggetti utilizzati per la tradizionale cerimonia giapponese del tè.
L'80% dell'edificio è stato realizzato sottoterra al fine di preservare il paesaggio circostante e l'impatto visivo ambientale. Tuttavia magicamente all'interno del museo la luce naturale è protagonista: filtra dal tetto in stile Irimoya, mentre i colori ambrati delle pareti e del pavimento avvolgono il visitatore in un'atmosfera calda e accogliente.
Le due ali dell'edificio, sud e nord, sono disposte su due livelli e comunicano attraverso percorsi sotto terra ma con ampie vetrate che si aprono sul paesaggio verso ovest. Si noti il doppio volume dei percorsi (superiore ed inferiore) con possibilità di affaccio e percezione continua dello spazio. In sostanza i due livelli dell'edificio sono interamente sottoterra a est (ad esclusione dell'accesso principale), mentre a ovest si aprono sul paesaggio e la natura circostante. Ingenti opere di scavo e di movimentazione terra sono state necessarie alla realizzazione di questo progetto.