Giappone - L'arte dei giardini Zen giapponesi

L'arte dei giardini Zen giapponesi
Il giardino zen tradizionale è tutt'uno con la natura ed è fonte di contemplazione e relax per l'individuo perchè in questo microcosmo tutti i sensi e anche lo spirito vengono coinvolti: suoni di animali, piccoli giochi d'acqua, profumi, sensazioni estetiche irripetibili e naturalmente lil rapporto profondo con il divino e con l'intima essenza dell'individuo.
Giappone

I
l giardino giapponese nasce con i primi santuari scintoisti dallo stretto rapporto tra ideologia, spiritualità, meditazione e amore per la natura. L'intento è quello di creare un microcosmo ideale fatto di pietre, acqua, ponti e vari elementi naturali che ricreano in miniatura una raffinata versione del paesaggio giapponese: una sorta di paesaggio idealizzato e simbolico influenzato dall'idea buddhista di paradiso.

I giardinieri-artisti nipponici prediligono forme astratte e minimaliste, bandiscono l'uso di linee rette o della simmetria a favore di percorsi sinuosi che offrono al visitatore una serie di vedute attentamente studiate. La visione dello spettatore viene così guidata lungo il percorso tra elementi nascosti e rivelati: pietre affioranti per attraversare un corso d'acqua, piccoli bacini di pietra (per lavarsi mani e bocca e simboli di purificazione prima della cerimonia), elementi nascosti che introducono a un'atmosfera di mistero. Un'altro accorgimento spesso utilizzato è la creazione di vedute e scorci che includono "paesaggi presi in prestito", ovvero elementi del paesaggio oltre i confini del giardino quali montagne in lontananza, alberi, ecc., che sapientemente incorniciati diventano parte integrante del giardino stesso.
Giardino di passaggio
I giardini giapponesi sono classificabili in quattro tipi diversi:
  • giardini del paradiso, creati per evocare la Terra Pura o paradiso buddhista, sono formati da "paesaggi presi in prestito", ovvero gli alberi e le montagne al di là dei confini diventano parte integrante del giardino stesso, mentre le pietre formano sponde e isole rocciose.
  • giardini del paesaggio secco, kare sansui, veri e propri luoghi di meditazione adiacenti ai templi buddhisti zen; questi giardini, rappresentano la quintessenza del giardino giapponese e sono formati da rocce scelte di forma ambigua, collocate in un recinto di ghiaia rastrellata. Il giardino viene in questo caso visto come luogo da meditare e rielaborare all'infinito in quanto le rocce prive di connotazioni e caratteri particolari si prestano alle più svariate interpretazioni (a differenza del giardino cinese dove le rocce scelte ricordano elementi del paesaggio quali montagne o creature mitologiche quali draghi).
  • giardini di passaggio, popolari nel periodo Edo quando venivano commissionati dai signori feudali (daimyo), sono giardini attraversati da sentieri sinuosi dove il paesaggio cambia ad ogni passo tra stagni, elementi rivelati e nascosti, "paesaggi presi in prestito", ecc.
  • giardini del tè, risalenti al periodo Momoyama (1568-1600), attraversati da un piccolo sentiero, con piante ai lati, che conduce alla casa del tè, una piccola sala cerimoniale (una cella) simile a una capanna. Il sentiero simboleggia il collegamento del mondo reale con quello della cerimonia del tè; gli elementi utilizzati, quali recinti di bambù, sono elementi semplici in linea con il rituale della degustazione del tè.
 
Kare sansui (giardino secco)
Giardino del tè - Bacile di pietra
Funa asobi (boating pond)
 

Il carattere contemplativo dei giardini giapponesi è sottolineato dalla possibilità di classificarli anche in base al modo in cui vanno guardati:
  • i funa asobi sono creati intorno a un lago e andrebbero osservati da una barca;
  • gli shuyu si rivelano un pò alla volta percorrendo il lungo sentiero sinuoso che li attraversa;
  • i kansho si guardano da un'unico punto di vista (tra questi rientrano i kare sansui, ovvero i giardini secchi da meditazione curati e sorvegliati da monaci zen);
  • i kaiyu, sono formati da tanti piccoli giardini disposti intorno a un lago centrale e a una casa del tè.
Ancora oggi i giardini della tradizione sono fonte di ispirazione per molti architetti e paesaggisti contemporanei giapponesi e nel resto del mondo. Nelle recenti creazioni però si avverte maggiormente l'intervento umano e la volontà di ricreare un ambiente esteticamente gradevole piuttosto che ricercare l'armonia e il rapporto "divino" con la natura. Mancano i fondamenti dell'ideologia e della spiritualità zen che crea nei giardini realizzati cinque secoli fà un'atmosfera irripetibile.

Il giardino zen tradizionale è tutt'uno con la natura ed è fonte di contemplazione e relax per l'individuo perchè in questo microcosmo tutti i sensi e anche lo spirito vengono coinvolti: suoni di animali, piccoli giochi d'acqua, profumi, sensazioni estetiche irripetibili alla vista del mutare delle stagioni e naturalmente la pace e il rapporto profondo con il divino e con l'intima essenza dell'individuo.

 
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