Il nostro itinerario nella Valle della Loira ha seguito il corso delle placide acque del fiume, in cui si specchiano cinque secoli di architettura nata per soddisfare le esigenze di re e nobili: sovrani e conti dal sangue blu fecero costruire fortezze militari tra il XII e il XIV sec., palazzi di piacere nel XV sec. e castelli dallo stile classico dal XVII sec. in poi.
N
ell'estate del 2002 ci siamo detti: perché non organizzare una vacanza in Europa in bicicletta? Così ci siamo dati da fare per decidere dove andare, in Scozia, in Danimarca, nella valle della Loira? Senz'altro tutti luoghi interessantissimi, poi la scelta è caduta sulla Francia,
Loira e Normandia, con i suoi percorsi di scarsa difficoltà (specie nella Loira) anche per chi non ha un grande allenamento con le salite.
Pedalare in bicicletta tra le quiete valli della Loira e i verdi paesaggi della Normandia, è stato un po' come riscoprire sensazioni dimenticate: il vento sulla pelle, gli odori e i colori della campagna e soprattutto la sensazione di calma che scaturisce dall'attraversare con le proprie forze, a stretto contatto con l'ambiente circostante, quelle campagne così "tranquille" con poco traffico e poche persone, e i paesini quasi di un'altra epoca. L'orda dei turisti compariva quasi improvvisamente solo di fronte ai castelli più famosi, ma a noi poco importava perché ci eravamo già goduti appieno il nostro percorso e avevamo già scoperto altre bellezze, il paesaggio e la natura con vigneti, campi di girasole, campi di fieno, i castelli più piccoli disseminati nel territorio, i paesi, le piccole chiese, i villaggi trogloditi. E poi una vacanza così è stata utile per fare un po' di sano movimento all'aria aperta e la pigrizia veniva spazzata via perché ogni giorno avevamo obiettivi precisi da raggiungere. Intendiamoci, il nostro non è stato un vero cicloturismo nel senso che non ci siamo spostati solo con la bicicletta.
Siamo partiti da Firenze con la macchina e le due biciclette nel portabagagli. Raggiungevamo le tappe prefissate, ci trovavamo una gradevole sistemazione (baricentrica rispetto alle tappe stabilite) e da lì ogni mattina, inforcavamo la bicicletta per raggiungere i castelli della zona coprendo circa 40 - 45 km ogni giorno (andata e ritorno). Poi quando in quella zona avevamo finito "gli obiettivi" con la macchina raggiungevamo la nuova tappa e ricominciavamo il tour ciclistico tra i manieri e i paesaggi stupendi.
Il nostro itinerario nella
Valle della Loira ha seguito il corso delle placide acque del fiume, in cui si specchiano cinque secoli di architettura nata per soddisfare le esigenze di re e nobili: sovrani e conti dal sangue blu fecero costruire fortezze militari tra il XII e il XIV sec., palazzi di piacere nel XV sec. e castelli dallo stile classico dal XVII sec. in poi.
La prima tappa del viaggio è stata la zona del
Blesois, dove abbiamo visitato alcuni tra i castelli più belli e imponenti della Valle della Loira, ovvero lo spettacolare castello di
Chambord, quello di
Cheverny, il romantico castello di
Chaumont, i paesi, le campagne e la storica regione della
Sologne, zona paludosa di boschi con 11.000 laghi, costellata da sentieri pedestri e piste ciclabili.
Dalla zona di Blesois ci siamo spostati nella
Turenna, regione coperta di vigneti e punteggiata di castelli tra cui figurano i più sontuosi della regione, testimoni di un'epoca in cui le strutture difensive avevano lasciato il posto alla fantasia e al gusto del bizzarro e delle decorazioni, costruiti per compiacere l'animo e soddisfare i prosaici piaceri della regina, del re e della sua moltitudine di amanti. Così abbiamo visitato i palazzi di
Chenonceau,
Azay-le-Rideau,
Sachè e
Villandry, ma anche le cittadine di
Tour,
Chinon e
Amboise, quest'ultima nota soprattutto per i suoi legami con Leonardo da Vinci, che trascorse qui gli ultimi anni della sua vita, e per le macchine volanti di Leonardo conservate alla Clos Lucé.
Per coprire la zona della Turenna abbiamo fatto due tappe distinte, la prima nei pressi di Amboise, la seconda nei pressi di Chinon, da cui siamo partiti per la visita dei castelli più vicini a ciascuna.
Infine, conservando l'alloggio nei pressi di Chinon, abbiamo visitato la zona dell'
Angiò, dove le sponde del fiume sono costeggiate non da palazzi ma da dirupi in travertino bianco. Le antiche cave di pietra nascondono un sorprendente mondo sotterraneo di cantine, coltivazioni di funghi e sculture monumentali, mentre in superficie la terra ricca di vigneti è cosparsa di tetti in ardesia nera.
Nell'Angiò abbiamo visitato
Saumur, e la valle di villaggi trogloditi nell'entroterra a sud di Saumur (lo sapevate? Si tratta della concentrazione di abitazioni troglodite più alta d'Europa), precisamente i villaggi di
Rochemeir e
La Fosse (abbiamo volutamente scartato il villaggio di Doué La Fontaine perché contrariati all'idea che sotto la superficie del terreno ci avessero ricavato persino uno zoo!). Oggi queste grotte sotterranee vengono utilizzate per immagazzinare il vino, coltivare i funghi, preparare le tipiche focacce mentre molti si stanno trasformando in ristoranti o veri e propri alberghi o camere, a testimoniare l'abilità dei francesi di sfruttare e presentare al meglio le risorse del territorio a scopo turistico. In questa regione abbiamo inoltre visitato, sempre con la nostra brava bicicletta, tra un villaggio troglodita ed un altro, l'abbazia romanica di
Fontevraud, uno dei gioielli architettonici dell'Angiò.
Dalla Valle della Loira siamo così ripartiti, rilassati, divertiti e "tonici" (insomma con tutto quel pedalare nel verde ci sentivamo proprio in forma!), verso la verde e quieta
Normandia in direzione del leggendario
Mont Saint Michel.
La cosa che più mi ha colpito in Normandia sono i colori del paesaggio e dei paese, così diversi rispetto a quelli visti nella Loira; dominano i grigi delle pietre locali dei piccoli paesi sul bel verde delle campagne, per donare al passante una sensazione di quiete e talvolta di malinconia.
In Normandia abbiamo optato per due soggiorni: il primo nei paesi vicini a Mont Siant Michel per visitare oltre che il "castello incantato" sui banchi di sabbia marina, anche i dintorni ed in particolare
Granville e l'abbazia
De Hambye, e l'altro nel
Parco Regionale di Brotonne nei pressi di Rouen, tappa strategica per visitare la strada delle abbazie e cioè abbazia di
St. Georges, abbazia di
Jumieges, l'abbazia di
St. Wandrille, oltre che naturalmente i paesi e le campagne circostanti,
Rouen e la bellissima
Etretat dove, affascinati dal paesaggio di bianche falesie che precipitano nel mare e dalla bella spiaggia di ciottoli levigati, non ci saremmo mai stancati di respirare camminando sulle falesie stesse l'aria e l'atmosfera calma del mare del nord.
Dal Parco Regionale di Brotonne siamo ripartiti per dirigerci verso l'ultima tappa:
Parigi, a poco più di un'ora.
Durante il viaggio però ci siamo fermati a visitare prima la casa giardino del pittore impressionista
Claude Monet a
Giverny, poi a
Poissy a circa 30 km a nord ovest di Parigi, la
villa Savoye dell'architetto Le Corbusier.
Infine eccoci arrivare a circa le quattro, cinque del pomeriggio a Parigi dove abbiamo trascorso gli ultimi tre giorni di vacanza prima di rientrare in Italia. Non era la prima volta che visitavamo Parigi, ma anche in questo caso ci siamo divertiti a girovagare per le sue strade con la nostra bicicletta alla scoperta dei suoi bei giardini contemporanei,
Parc de la Villette,
Parc de la Citroen, ma anche delle sue architetture la
Biblioteca Nazionale di Francia, voluta da Mitterand e progettata dall'architetto Dominique Perrault, la
Defense, ecc. Immancabile un saluto alla gotica
Notre Dame e alla "sempreverde"
Tour Eiffel. Immancabili anche i ristoranti lo shopping e la magnifica atmosfera parigina. L'aria estiva e il bel tempo non ci hanno spinto a chiuderci in nessun museo della città, del resto già visitati in altre occasioni.
E poi una mattina sigh…sveglia presto per il lungo cammino verso Firenze.