Due città, Siviglia e Barcellona che vengono da lontano e che, vantando storicamente sia punti di contatto che di distinzione, convergono nel 1992 con due grandi appuntamenti: Expo e Olimpiadi. Massicci interventi hanno profondamente rinnovato l'assetto urbanistico, i maggiori architetti sono stati chiamati per la realizzazione di significativi edifici, le infrastrutture - aeroporti, strade, ferrovie - potenziate, le strutture ricettive migliorate e ampliate.
A
nno fondamentale il 1992 per la storia dell'architettura e dell'urbanistica contemporanea legato a due grandi eventi, l'Expo Universale di Siviglia e soprattutto le Olimpiadi di Barcellona, per i quali sono stati attuati e messi in pratica profondi e radicali interventi di trasformazione e riqualificazione urbana che hanno coronato la rinascita culturale ed economica della Spagna. Le due città si sono preparate ai rispettivi appuntamenti con la consapevolezza di trovarsi di fronte a un'opportunità probabilmente irripetibile, e non l'hanno disattesa. Massicci interventi hanno profondamente rinnovato l'assetto urbanistico, i maggiori architetti sono stati chiamati per la realizzazione di significativi edifici, le infrastrutture - aeroporti, strade, ferrovie - potenziate per far fronte alle accresciute esigenze, le strutture ricettive migliorate e ampliate. Io allora ero ancora studente, ma ricordo chiaramente che in Università si respirava un clima di forte interesse per le grandi trasformazioni urbane delle due città spagnole. Poi c'erano le riviste di architettura che pubblicavano a gran voce quegli eventi e la curiosità degli studenti. Ecco quindi che decisi, seguita da Francesco, di trascorrere le vacanze tra Siviglia e la costa andalusa (Costa del Sol), Barcellona e la costa Brava e Daurada, del resto il mare in Spagna non manca e neanche i divertimenti!
Siamo partiti in macchina da Firenze: prima tappa la
costa Brava per un breve soggiorno marino e per spezzare il lungo viaggio verso la vera prima meta:
Siviglia e l'Expo Universale.
Siviglia è una città bellissima, tipicamente andalusa, e l'evento dell'Expo ne aveva fatto quell'anno una città nuova, rivolta al futuro. Da una parte le bianche case sivigliane dalle facciate essenziali, le digradanti sfumature dell'ocra, il labirinto delle strette vie punteggiate di aranci, gli improvvisi scorci monumentali, i cortili segreti, lo splendore degli azulejos, il singolare sovrapporsi degli stili artistici e architettonici: romano, visigoto, arabo, mudejar, rinascimentale, barocco. Dirimpetto l'Esposizione Universale, adagiata sull'isola della Cartuja, interamente circondata dal Guadalquivir, con i suoi numerosi padiglioni hi-tech, in legno, bioclimatici con giochi d'acqua per l'abbattimento del calore, e le sue sistemazioni esterne, i nuovi ponti, ecc. Un progetto che è riuscito ad essere l'elemento propulsivo per sanare numerosi problemi della città, come la ristrutturazione del centro storico, la bonifica dell'isola della Cartuja, la realizzazione di una modernissima rete stradale e ferroviaria che ha il suo fiore all'occhiello nel treno ad alta velocità che collega in sole tre ore Siviglia a Madrid, il tutto in soli sei anni. E poi ci sono i primati dell'Esposizione: l'ultima di fine secolo, la prima esposizione veramente universale con 110 paesi presenti, 215 ettari di terreno (dimensione notevole in rapporto alla città), 650 mila mq di superficie espositiva e naturalmente l'occasione, la celebrazione del viaggio di Cristoforo Colombo esattamente a cinquecento anni dalla scoperta dell'America.
Abbiamo trascorso 5 - 6 giorni tra l'Esposizione e la città e ricordo ancora oggi il caldo torrido contrapposto al freddo all'interno dei padiglioni con aria condizionata (unica nota "stonata", ma necessaria, nella concezione bioclimatica degli spazi interni ed esterni).
Visitata Siviglia e l'Expo, ci siamo poi diretti verso la
costa andalusa in particolare abbiamo alloggiato a
Benalmadena, un piccolo e caratteristico paese poco sopra
Torremolinos, nota località vacanziera e di divertimento sul mare. Questa è stata la nostra base per visitare la costa del Sol che abbraccia la regione andalusa:
Malaga,
Gibilterra, e varie spiagge della costa.
Poi abbiamo lasciato la meravigliosa Andalusia, per dirigerci verso Barcellona fermandoci a
Sitges graziosa località balneare non lontano da
Barcellona e nostra base per un ulteriore soggiorno marino e per la visita della splendida capitale catalana. Qui, in quanto ad architettura, non mancava proprio niente:
Gaudì con il suo
modernismo catalano, in particolare la
casa Batlò e
la Pedrera, il
Parc Guell, la
Sagrada Famglia; i nuovi edifici, la
villa Olimpica, il
museo di arte contemporanea di Meyer (allora in costruzione), gli edifici per lo sport tra cui il
Palazzo dello Sport Sant Jordi di Arata Isozaki, ma soprattutto le piazze, i
parchi urbani (
Parco del Clot,
Parco della Creueta del Coll,
Parco dell'Escorxador o di Mirò, ecc.), le sistemazioni esterne, la nuova
viabilità urbana (il
Secondo Cinturione, il
Nodo della Trinidad, il
Nodo di Collserola, il
Cinturione del Litorale,
via Julia, ecc.) e il grande progetto di trasformazione e riqualificazione della città. Ciascuna di queste voci non è bella in se ma piuttosto come parte di un tutto, qui, a Barcellona nel 1992 ho davvero avvertito di essere in una città del terzo millennio, una città rivolta al futuro, dove ciascun quartiere, ciascuna costruzione, ciascuna nuova piazza, fà parte di un progetto più grande, di una trasformazione totale.
La designazione della città a sede delle Olimpiadi è divenuta il pretesto per una serie di iniziative miranti a conferire alla città un volto nuovo, più moderno e meno provinciale: interventi infrastrutturali aventi lo scopo di riorganizzare il sistema ferroviario, riorganizzare la viabilità sui percorsi ad alta densità di traffico, pianificare numerose aree di nuova centralità, cioè il recupero e il rimodellamento di spazi morfologicamente poco definiti ma suscettibili di una più efficace e utile integrazione nel tessuto cittadino, oltre ovviamente alla riqualificazione della zona del vecchio porto, il
Villaggio Olimpico e le installazioni propriamente sportive concentrate nella
collina del Montjuic.
Tutti questi interventi hanno conferito alla città un'immagine urbanistica non convenzionale; insomma Barcellona si è davvero guadagnata un posto d'onore nel panorama dell'architettura e urbanistica contemporanea e ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni da quei grandi interventi, è un esempio per noi architetti. Oggi mi sono laureata, oggi stò lavorando e guardando le nostre città italiane...ancora purtroppo non vedo un rinnovamento di tale entità! E che dire poi del fatto che tutta la Spagna è stata investita da simili trasformazioni? Strade nuove, città nuove, anche nel nord, pensiamo ai successivi interventi a Bilbao.
In definitiva due città, Siviglia e Barcellona che vengono da lontano e che, vantando storicamente sia punti di contatto che di distinzione, convergono nel 1992 con i due grandi appuntamenti: Expo e Olimpiadi.
Quell'anno la vacanza in Spagna fu bella anche per il clima, il sole, l'atmosfera, il cibo (paella e tapas, che passione!), i divertimenti. La Spagna è tra i paesi europei forse quello a cui ci sentiamo più vicini, che più ci assomiglia. Chi di noi non si è sentito "rigenerato" ritornando da una vacanza in Spagna? Davvero un paese bellissimo, tutto da scoprire, dal nord al sud non mancano le occasioni per divertirsi, mangiar bene, fare mare e visitare bellissime città tra passato e futuro, tradizione e innovazione, alla scoperta dell'immenso patrimonio spagnolo di storia, cultura e civiltà.