Ad Hong Kong è frequente che un affermato uomo d'affari assuma un esperto di feng shui per disporre al meglio il suo ufficio e garantirsi prosperità negli affari, successo e denaro. Proprio questa simbiosi tra Oriente e Occidente rende questa città così affascinante.
Q
uesto viaggio è il proseguimento del bel viaggio in
Vietnam. Da Hanoi abbiamo volato con Vietnam Airlines su
Hong Kong, dove siamo rimasti per cinque - sei giorni. La curiosità nei confronti di questa città era infatti così tanta che abbiamo deciso di anticipare la partenza da Hanoi di ben due giorni rispetto ai programmi iniziali. E le nostre aspettative non sono andate deluse.
La città ci è piaciuta moltissimo: oltre lo skyline mozzafiato della baia di Hong Kong, segno e simbolo di ordine e contemporaneità, oltre i grattacieli popolati da ingenti società e da uomini d'affari di stampo "internazionale", si scopre a poco a poco il volto più cinese, più affaristico, più "sporco ed unto" di Hong Kong che non manca di affascinare il visitatore forse proprio per il contrasto con l'apparente e imponente immagine
"british" della città. Si, varcati i grattacieli "patinati" di
Central e i centri commerciali che ospitano le firme internazionali dell'alta moda, ci si perde nel dedalo delle viuzze dei
Mid Levels, nella colorata ed effervescente atmosfera di
Hollywood Road o nel quartiere davvero cinese di
Wan Chai. Mercatini di tutti i tipi e per tutti i gusti, negozi di antiquariato, bancarelle di bric-a-brac, sono i posti ideali per fare shopping.
Hong Kong ci da subito il benvenuto attraverso la sua "faccia" più occidentale ovvero attraverso il suo aeroporto, il famoso
terminal progettato da
Sir Norman Foster. Atterrati all'aeroporto, facciamo alcune telefonate per assicurarci una sistemazione verso cui dirigerci. Da un primo check fatto attraverso i centri di prenotazione dell'
Hong Kong Hotels Association, pare che molti hotel siano pieni, ma non ci perdiamo d'animo e grazie alla nostra Lonely Planet riusciamo comunque a trovare una guesthouse nella zona di
Kowloon. Il tempo di visitare il terminal e scattare qualche foto, fare il biglietto per l'autobus che direttamente dall'aeroporto porta in città (linea A21) e in mezz'ora o poco più siamo in
Nathan Road alla fermata del bus (fermata n. 11 se la memoria non m'inganna, comunque all'aeroporto vengono distribuite comode cartine sui vari percorsi dei bus) a cui il proprietario della guesthouse ci aveva detto di scendere. Ci orientiamo tra le varie strade e troviamo finalmente, sul retro di Nathan Road, proprio a un passo dalla stazione
MTR Jordan, la guesthouse
Rent-A-Room (Flat A, 2° piano Knight Garden, 7-8 Tak Hing St., Yau Ma Tei tel. 2366 3011 prefisso 852). Inizialmente ci viene affidata una camera del vano scala sul retro: la camera oltre a essere piccola, ci appare fatiscente, non troppo pulita e con uno "scatolotto" di aria condizionata che sarà pure caratteristico ma che ci ha fatto compagnia per tutta la notte. Il prezzo della stanza, se non ricordo male, era di circa 50 - 60 euro escluso la colazione (ricordatevi che applicano un sovrapprezzo durante il fine settimana). Preoccupati per la sistemazione ci tuffiamo comunque in Nathan Road alla ricerca di un ristorantino e con l'intenzione di visitare la sera stessa il famoso
mercato notturno di Temple Street. Il mercato a dirla tutta ci ha un pò deluso, ci aspettavamo maggiori occasioni e invece devo dire che abbiamo visto parecchi "bidoni", però ci è piaciuta l'atmosfera perchè questo mercatino è molto frequentato e poi c'è la zona degli indovini e tutt'intorno al mercato ci sono dei caratteristi locali e dai pai dong in cui è possibile bere una birra - rigorosamente cinese - o cenare a poco prezzo.
Il mattino seguente appena alzati protestiamo con i gestori della
Rent-A-Room per la rumorosità dell'aria condizionata e solo allora ci trasferiscono nella nuova ala del complesso, quella ristrutturata (il flat A appunto che compare sull'indirizzo della Lonely Planet): adesso la descrizione della guesthouse che avevamo letto sulla
Lonely Planet ci appare più azzeccata: le camere sono comunque molto piccole ma ristrutturate, pulite e confortevoli con una silenziosissima aria condizionata. Capito i gestori cinesi? Se non avessimo protestato con forza ci avrebbero riservato la sistemazione più brutta e fatiscente, protestando con forza invece sono stati costretti a spostarci nell'ala più nuova e ristrutturata della guesthouse.
Il tempo di cambiare la stanza, di fare colazione in
Nathan Road e siamo già alla conquista di Hong Kong. Da
Kowloon raggiungiamo
Central con lo
Star Ferry: la traversata, governata da un pò di foschia - caratteristica in questo periodo dell'anno dato l'alto tasso di umidità - non manca di affascinarci: la baia è dominata dallo skyline dei grattacieli di Central e si staglia sullo sfondo delle colline di
Victoria Peak. Che emozione: già dallo star ferry riconosco molti edifici noti ed in particolare la
Hong Kong & Shanghai Banking Corporation di
Sir Norman Foster e la
Bank of China Tower di
I.M. Pei, due banche, due edifici la cui storia è legata ai principi del
Feng Shui a cui i cinesi si ispirano. In posizione dominante spicca l'
International Financial Centre, attualmente l'edificio più alto della città, già perchè proprio qui tra i grattacieli di Central c'è una continua lotta al primato dell'altezza ed anche l'International Financial Centre è destinato a breve a perdere il primato.
Scesi dallo Star Ferry raggiungiamo Central, esploriamo i suoi grattacieli, visitiamo i loro piani alti per godere della vista, attraversiamo
Statue Square e
Chater Garden, osserviamo i lasciti coloniali della zona, quasi mimetizzati dai nuovi e imponenti edifici circostanti, visitiamo con calma la
Hong Kong & Shanghai Banking Corporation di Sir Norman Foster e la
Bank of China Tower di I.M. Pei. Dal 43° piano di quest'ultima abbiamo goduto di una bella vista sulla città, sui grattacieli circostanti e sull'
Hong Kong Park. Da qui ci dirigiamo verso la zona ovest della città per visitare il
Tempio di Man Mo, l'edificio di culto più antico della città dove i rituali dei cinesi e l'atmosfera fumosa delle spirali di incenso appese al soffitto non mancheranno di affascinarvi. Per raggiungere il Tempio di Man Mo attraversiamo la via degli antiquari
Hollywood Road, la zona dei
Mid Levels e la zona circostante di
Cat Street e
Upper Lascar Row famose per i numerosi negozi e bancarelle di bric-a-brac. Proseguiamo fino al
Western Market di
Sheung Wan e da qui riprendiamo la metropolitana per Kowloon.
La sera non sappiamo resistere: la tentazione di godere della vista notturna dei grattacieli di
Central è troppo forte e così ci dirigiamo a
Tsim Sha Tsui per ammirare la bellezza dello skyline illuminato.
2° giorno: decidiamo di sfidare la foschia e visitare
Victoria Peak. Così raggiungiamo la stazione inferiore a
Murray House in
Garden Road a Central, da cui prendiamo il famoso
Peak Tram, il tram a cremagliera completato nel 1888, prima forma di trasporto elettrico terrestre della colonia. La ripida pendenza durante il tragitto del tram fino al Peak è davvero sensazionale. Giunti al Peak però non riusciamo a godere dell'incantevole vista dall'alto sulla baia per la nebbia massiccia. Poco importa, c'è la
Peak Tower progettata da
Zaha Hadid e ci sono i sentieri intorno al Peak che esploriamo per un pò fino a quando una forte pioggia ci costringe ad una brusca ritirata all'interno della Peak Tower. Qui mangiamo qualcosa e, non appena la pioggia cessa, torniamo a valle. Di nuovo tram a cremagliera e poi metropolitana per tornare a Kowloon e dirigerci al famoso
Mercato per le Signore in Mong Kok. E' sabato pomeriggio ed il mercato è frequentatissimo, l'atmosfera è effervescente e Mong Kok offre uno spaccato di vera vita cinese. Al mercato ci sono bancarelle che realizzano orologi o borse a imitazione delle marche più prestigiose. E' semplice, basta scegliere da catalogo la borsa o l'orologio che vi piace e loro in poco tempo o al massimo in un giorno vi realizzano una perfetta imitazione dell'originale a prezzi decisamente concorrenziali.
A fine pomeriggio ci spostiamo a
Central e anche qui troviamo molta animazione: l'area attorno a
Statue Square e
Chater Garden è frequentata dalla vivace comunità di lavoratori filippini - soprattutto donne - che durante la settimana lavorano come collaboratrici domestiche e nel fine settimana si ritrovano e trasformano la seriosa aria di Central in un'atmosfera vivace e festosa. Visitiamo l'
Hong Kong Park e ci immergiamo nell'atmosfera notturna di Central, girovagando anche tra i numerosi centri commerciali. Concludiamo la serata con il giro dei bar di
Lan Kwai Fong e
Soho in Hong Kong Island North.
L'indomani visita di
Lantau, la maggiore delle isole di Hong Kong, con il suo
Monastero di Po Lin che vanta edifici riccamente decorati e la più grande statua in bronzo del Buddha al mondo. Visitato il Monastero ritorniamo a
Mong Kok per visitare il caratteristico
Giardino degli Uccelli, un grazioso mercato in cui si possono acquistare uccelli, mangimi e gabbiette. Pare che i cinesi apprezzino molto il canto melodioso e la compagnia degli uccelli.
4° giorno: non possiamo lasciare Hong Kong senza visitare
Wan Chai, forse il distretto più cinese dell'intera isola, tra mercatini, animate vie, negozi di erbe e medicina tradizionale, indovini nei templi, ecc. Per raggiungerlo prendiamo nuovamente lo
Star Ferry godendoci ancora una volta il panorama sulla baia; stavolta lo Star Ferry ci lascia proprio nei pressi della
Nuova Ala Centro Conferenze ed Esposizioni di Hong Kong, costruita sui terreni sottratti al mare.
Prima di raggiungere lo Star Ferry, ancora in
Nathan Road, non sappiamo resistere all'acquisto di uno
zoom Nikon 70-300 e per tutta la restante vacanza mi sono chiesta: sarà un
Nikon originale? Bè in fin dei conti l'abbiamo pagato 100 € e tutto sommato se l'avessimo preso in tasca non sarebbe un così grosso dramma.
Da
Wan Chai a piedi ci dirigiamo verso
Admiralty e a
Central e da qui torniamo al Peak, stavolta siamo più fortunati è una bella giornata e malgrado una leggera foschia il panorama dal
Victoria Peak sulla baia riusciamo a godercelo. Torniamo in
Central e visitiamo i grandi centri commerciali a partire dall'
Emporio Armani in
Chater Road, dove scoporiamo che il famoso interior design di
Fuksas - uno degli architetti italiani con maggiori incarichi in Italia e nel mondo - è stato smantellato e sotituito dopo solo un paio di anni, con un arredamento più sofisticato e dai toni neutri: pare infatti che l'
Armani Bar non fosse molto frequentato perchè i clienti cinesi non gradivano il nastro rosso in fiberglass che disegnava i vari ambienti. La zona tra
Chater Road,
Des Voeux Road Central e
Queen's Road Central offre moltissimi shopping center, grandi magazzini e negozi con grandi firme (
Prince Building,
Landmark,
Emporio Armani, solo per citarne alcuni), per lo più collegati tra loro internamente da percorsi sopraelevati che consentono di percorrere interi isolati di città. Dimenticavo che proprio in questo periodo ed ogni anno da fine giugno a fine agosto c'è l'
Hong Kong Shopping Festival con saldi, sconti e promozioni che invoglierebbero chiunque ad acquistare o per lo meno a curiosare tra le vie dello shopping.
Ultimo giorno: girovaghiamo tra
Nathan Road e
Tsim Sha Tsui in cerca degli ultimi acquisti e poi ci spostiamo verso i
Nuovi Territori per visitare la
Tai Fu Tai Mansion. Per raggiungere la
Tai Fu Tai Mansion abbiamo preso la metropolitana
KCR East fino a
Sheung Shui e poi il bus 76K. A
Sheung Shui ci siamo resi conto di un'altra ''faccia' di Hong Kong: il contrabbando o comunque un'aria affaristica diversa ed intensa al confine della Cina continentale. Ancora poco e con un piccolo visto giornaliero avremmo potuto ''sbarcare' in Cina!
A Hong Kong l'Oriente non si scontra con l'Occidente, come avviene in altre città asiatiche che vedono la cultura occidentale come una minaccia alle tradizioni e alle credenze autoctone, anzi, si fondono insieme come in nessun altro posto al mondo. Qui è frequente che un affermato uomo d'affari assuma un esperto di feng shui per disporre al meglio il suo ufficio e garantirsi prosperità negli affari, successo e denaro. Proprio questa simbiosi tra Oriente e Occidente rende questa città così affascinante.