Vienna - Art Nouveau a Vienna

Art nouveau
Nell'art nouveau i riferimenti storici vengono assunti non più come modelli da imitare e riprodurre, ma come concezione di alcuni problemi generali della struttura e della forma e quindi analizzati criticamente, reinterpretati e trasfigurati. Ricorre il tema dell'"arte in tutto" in cui lo stesso artista si occupa dell'abbigliamento, della pubblicità, dell'arredamento, dell'architettura, dell'ambiente urbano e dell'arredo urbano.
Vienna

L
"arte nuova", che si annuncia in Europa nella seconda metà del XIX secolo e che raggiunge il suo pieno sviluppo intorno al 1900, si espresse in diverse sfumature di stile ed ebbe diverse designazioni nei vari stati europei: in Francia e in Belgio Art Nouveau, in Catalogna Modernismo, in Gran Bretagna Modern Style, in Germania e Austria Jugendstil (stile giovane), in Italia Liberty "stile floreale" dal nome di un negozio Liberty (così si definiva lo stile nuovo e bizzarro lanciato dalle stoffe e dagli oggetti disegnati per i magazzini Liberty a Londra). L'internazionalismo, inteso come superamento degli stili e delle convenzioni accadamiche tradizionali, non significa negazione della storia (che sarà invece il tema principale delle avanguardie tra le due guerre, in modo particolare del razionalismo); nell'art nouveau i riferimenti storici vengono assunti non più come modelli da imitare e riprodurre, ma come concezione di alcuni problemi generali della struttura e della forma e quindi analizzati criticamente, reinterpretati e trasfigurati.

In tal senso l'Art Nouveau è un fenomeno culturale e di gusto che investe le arti applicate, le arti grafiche, la pittura, l'architettura, l'arredo urbano, insomma ricorre il tema dell'"arte in tutto" in cui lo stesso artista si occupa dell'abbigliamento, della pubblicità, dell'arredamento, dell'architettura, dell'ambiente urbano e dell'arredo urbano (basti pensare agli arredi della metropolitana di H. Guimard a Parigi o della metropolitana di Vienna di O. Wagner). Al di là delle elaborazioni nazionali sarà un ritorno alla natura a caratterizzare il nuovo stile: natura non pedissequamente imitata ma ricreata, ricostituita sui raffinati schemi lineari della nuova stilizzazione.

Tra il 1890 e il 1900 il linguaggio Art Nouveau è ormai formato e si diffonde in Europa: ha i suoi centri vitali a Londra, Glasgow dove opera Charles Rennie Mackintosh, Parigi dove opera Hector Guimard, Nancy dove fiorisce la scuola di Emile Gallé, a Bruxelles con l'opera degli architetti Horta e Van De Velde, in Catalogna dove opera Gaudì, a Vienna con Olbrich e Wagner.
Majolika-haus - Linke Wienzeile n. 40 - O. Wagner - Particolare dei motivi floreali della facciata

Art Nouveau a Vienna
Divisa tra Art Nouveau e la tendenza a un purismo prerazionalista nell'architettura fu la Scuola di Vienna, dominata dalla figura di Otto Wagner (1841-1918) che con l'opera e l'insegnamento accademico contribuirà grandemente al rinnovamento dell'architettura austriaca. Dagli esordi classicisti l'artista giungerà infatti a una tarda ma fruttuosa conversione che lo indurrà ad aderire e ad assumere un ruolo di primo piano nell'ambito della Secessione (1897), movimento che riunisce i "nemici" dell'arte ufficiale. Tutte le opere e le realizzazioni di Wagner, dal neorinascimento della Landerbank di Vienna (1883-84) alle stazioni della metropolitana (1898-99), dalla Banca Postale (1904-06) fino alla villa Huttelbergstrasse, si differenziano, nell'ambito dell'Art Nouveau, per il rigore compositivo e la predilezione per la linea retta e per l'utilizzo di schemi compositivi basati sul quadrato, sul rettangolo e sul cubo, che vengono imponendosi come matrici razionali e formali dell'edificio.

Rigore compositivo e predilezione per la linea retta appaiono evidenti anche là dove Wagner indulge alla decorazione, sempre contenuta, grafica, di superficie, che non altera la purezza della struttura, come nelle case d'affitto sulla Wienzeile a Vienna, tra cui si distingue, per la delicatezza dell'ornato naturalistico la "Casa delle maioliche". Gli architetti della Secessione, allievi e continuatori di Wagner, si spingerenno ancora più lontano nella realizzazione di architetture spoglie e funzionali di sicuro influsso sul Movimento Moderno.

Joseph Maria Olbrich (1867-1908), discepolo di Wagner e fondatore, insieme a Gustav Klimt, del movimento secessionista, appare particolarmente legato al maestro nella progettazione del Padiglione della Secessione (1898-99) composto di volumi nitidi sormontati dalla cupola emisferica a fronde di alloro. Se l'influsso di Horta, di Van De Velde, di Mackintosh è sensibile nella decorazione e nell'allestimento degli interni e nell'opera grafica di Olbrich, sempre più netta si fa la componente geometrica e razionale nella progettazione della colonia degli artisti di Darmstadt con edifici di abitazione e (1899-1908) di esposizioni voluti dal Granduca di Sassonia per gli artisti della corte. Tra gli architetti viennesi forse il più estetizzante fu Josef Hoffmann (1870-1956) le cui principali opere furono il sanatorio a Purkersdorf (1903-04) e il Palazzo Stoclet a Bruxelles (1905-14); animatore di quell'avanguardia viennese che si inserisce nel dibattito internazionale dell'Art Nouveau, Hoffmann si impegnerà nel design e nella produzione fondando, insieme a Kolo Moser, le Wiener Werkstatten, attraverso cui si propone di superare il dissidio tra produzione e realizzazione evidenziato dall'industria.
Stadtbahn Hofpavillon (Stazioni della metropolitana) - O. Wagner

Fra i protoganisti del gruppo viennese, colui che portò a conseguenze estreme e logiche le premesse puriste di Wagner fu Adolf Loos che, contestando l'Art Nouveau dai suoi sviluppi decorativi e floreali fino all'elaborazione secessionista offrirà un contributo fondamentale alla ricerca architettonica moderna. Il titolo del suo saggio "Ornamento e delitto" del 1908 in cui sostiene la necessità di un'architettura funzionale e disadorna, basta a far capire quanto ampio sia il panorama dell'arte tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento; panorama in cui crescono posizioni estreme, da quella di Loos, aperta al futuro, fino a quella del nuovo "conformismo" floreale a causa del quale l'Europa si rivestiva di tante architetture di pessimo gusto.

 
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