Oggi la Cambogia è un paese sicuro, ma per visitare mete non turistiche come la provincia di Preah Vihear o altri siti di epoca pre-angkoriana più isolati, è necessario informarsi e farsi accompagnare da una guida fidata. Nick Ray, autore della guida sulla Cambogia edita da Lonely Planet, consiglia di addentrarsi in tale zone solo a turisti sufficientemente motivati e dotati di un grande spirito d'avventura: mine antiuomo, banditi e chilometri di foresta tra villaggi poco organizzati, sono buoni motivi per pianificare con attenzione il viaggio...o l'avventura.
A
ffascinati dalla visita delle rovine di Angkor avremmo voluto visitare altri siti di epoca pre-angkoriana più isolati e ubicati nella regione nord occidentale del paese, in particolare nella provincia di
Preah Vihear, al confine con la Thailandia e il Laos, dove si trova il tempio montagna di
Prasat Preah Vihear, la città di
Koh Ker - che nel X sec. era la capitale del regno - e l'imponente tempio di
Preah Khan. Poi, un'attenta lettura della nostra guida edt con gli avvertimenti di Nick Ray, le informazioni raccolte dalla popolazione a Siem Reap, estremamente contraddittorie e poco attendibili, e la voglia di evitare ogni tipo di problema e complicazione, ci hanno fatto mettere da parte le nostre motivazioni e il nostro spirito di avventura e proseguire verso mete più "tradizionali" e sicure. Quali potevano essere i problemi in questa regione? Nick Ray dice che la provincia di Preah Vihear è una di quelle con il maggior numero di mine antiuomo della Cambogia, e fornisce tutti i consigli del caso: "non allontanatevi mai, per nessun motivo, dai sentieri già percorsi", fatevi accompagnare da una guida fidata che conosce bene le zone...d'accordo, ma come trovare una buona guida in un lasso di tempo limitato come quello della vacanza e senza un ufficio del turismo "garante"? Ancora motivati, abbiamo chiesto alla gente del posto di Siem Reap; alcuni ci rassicuravano dicendoci che non c'erano problemi, che la zona era un tempo infestata dalle mine ma oggi era stata bonificata, altri erano disposti ad affittarci il loro pick-up ma non volevano accompagnarci perchè per noi sarebbe stato troppo costoso, altri ancora ci hanno detto che non c'erano problemi per le mine ma per i banditi, dovendo attraversare tratti di foresta vergine tra i villaggi come
Anlong Veng, un tempo roccaforte dei khmer rossi. Aggiungeteci i lunghi spostamenti, la mancanza di strade asfaltate di difficile percorrenza durante la stagione delle piogge, con la prospettiva di dover pernottare nella foresta, ed avrete un quadro sufficientemente esaustivo del perchè Nick Ray vede come un'avventura il pellegrinaggio al tempio di
Prasat Preah Vihear; ironia della sorte è che questo tempio è comodamente e facilmente raggiungibile, in tutta sicurezza per giunta, dalla vicina Thailandia; non a caso il tempio è sorvegliato dall'esercito thailandese e per molto tempo è stato causa di tensioni tra cambogiani e thailandesi, (per il controllo del territorio e per garantirsi i ritorni economici conseguenti all'afflusso turistico al tempio). Anche per
Koh Ker e per la visita del tempio di
Preah Khan la situazione non è migliore: praticamente da evitare nella stagione delle piogge e comunque consigliati a chi è dotato di un forte spirito di avventura e di motivazioni profonde (ovviamente il nostro bravo Nick Ray non si è tirato indietro e anche per Prasat Preah Vihear consiglia di visitarlo attraverso la foresta cambogiana piuttosto che arrivare "belli e comodi" da un pullmann che ha percorso un strada asfaltata thailandese, ma solo se abbondantemente dotati di "forti motivazioni e di spirito di avventura").
Chilometri di strade di terra rossa
STRADE INFERNALITra i danni della guerra, l'usura del tempo e degli agenti atmosferici, e la pressochè inesistente manutenzione dagli anni '60, molte strade del paese versano in pessime condizioni, per cui chi desidera affrontare un viaggio in Cambogia deve mettere in conto tempi di spostamento molto lunghi. Tempi che si allungano specialmente durante la stagione delle piogge, soprattutto nelle regioni più isolate, dove ben poche sono le strade asfaltate e molte le strade di terra battuta o sabbia.