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MAROCCO di Anonimo

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childs in sahara

Nostro viaggio in Marocco

Sto ora camminando accanto a Ahmed che mi sussurra qualcosa; credo mi consigli a spostarmi un poco di lato; faccio un passo, due, e....... sprofondo nella sabbia fino alla vita. Ahmed mi offre la sua mano, mi ci aggrappo, faccio un rapido movimento per risalire, ma...... cosa sta succedendo?.... Sprofondo ancora di più nella sabbia fino alle spalle! Mia moglie si volta e non mi vede; passa qualche attimo prima di accorgersi che sono quasi sotto la sabbia..... Sono alcuni secondi di terrore.... Anche lei mi offre la sua mano e, insieme a Ahmed, mi trascinano fuori da quell'incomoda posizione (come tante volte ho visto nei film). Mi rialzo e, ripresomi dallo spavento, proseguiamo verso il bivacco che raggiungiamo poco dopo.

Nel campo ci sono alcune tende touareg, che hanno la caratteristica di essere facilmente smontate e rimontate, ma credo che questo campo sia ormai diventato stabile e non abbia più nulla da spartire con i nomadi del deserto. Una di queste tende ci viene assegnata per la notte e notiamo che una decina di escursionisti di diverse nazionalità, ci hanno preceduto, arrivando al bivacco con un 4x4 o, come noi, con il dromedario. Davanti ad ogni tenda occupata c'è una piccola lanterna, all'interno della quale brilla una fiammella. Le tende possono ospitare almeno quattro persone, perché questo era il numero dei materassi stesi per terra; erano comunque isolati dalla sabbia con un telo in plastica, mentre alcuni tappeti coprivano il pavimento.

In questo bivacco, cinque o sei persone pensano a tutto e sono gli stessi cammellieri e autisti dei 4x4 che provvedono a prepararci il cibo ed a servircelo, alla pulizia del campo, alla custodia dei dromedari e quant'altro; sempre gli stessi animeranno la serata con musiche e canti folkloristici.

Lasciamo il nostro zainetto nella tenda assegnataci e ci invitano a spostarci in un'altra molto più grande della nostra; dalla porta aperta scorgiamo una bella illuminazione, tavoli apparecchiati, tappeti per terra ed alle pareti, comprendiamo subito che è qui che ci sarà servita la cena.

L'escursione termica giorno/notte comincia a farsi sentire e poi era l'inverno del 13 dicembre (Santa Lucia, ricorrenza che ricorderò per tutta la vita). Nella tenda (ristorante) non c'è freddo, io però provo un poco di disagio, perché la mia camicia è ancora bagnata. L'ambiente è caratteristico, la serata dovrebbe essere piacevole. Quando però cominciano a servirci, non so se sarà stata colpa del freddo, o la paura delle sabbie mobili, o la precedente cena in Place Jemaa El Fna, ma sento un bisognino urgente e sperimento la toilette del deserto, verso la quale mi ci accompagna un beduino.

E' distante circa duecento metri dal campo e mentre ci dirigiamo là, il mio accompagnatore lascia dietro noi, come Pollicino, delle lanterne accese ad una distanza, fra loro, di 20 o 30 metri. Comprendo subito che queste lanterne mi indicheranno la strada da seguire, per rientrare all'accampamento.

Questo spartano servizio igienico è fatto con quattro lamiere, accessoriate di una buca tipo turca e un bidone pieno d'acqua che, posto sopra un traliccio metallico, permette a caduta un minimo di lavaggio. Tutto sommato devo dire che il bivouac era abbastanza attrezzato, anche per tali necessità fisiologiche; d'altronde nel deserto se uno volesse un servizio da hotel a 5 stelle, queste escursioni non fanno per lui.

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Dati del viaggio

Nostro viaggio in Marocco

Destinazione: Marocco

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Anonimo

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